Casa natale Giuseppe Verdi
L’itinerario per visitare i luoghi verdiani è un percorso di notevole interesse per gli amanti del grande compositore italiano Giuseppe Verdi, non solo perché nei luoghi in cui il maestro visse e lavorò sono conservati molti cimeli e oggetti a lui cari, ma anche perché nel ripercorrere i luoghi che lo hanno visto crescere e in cui è nato il suo amore per la musica, si possono cogliere alcune delle suggestioni che Verdi porterà sempre con sé, a Milano e nei teatri di tutto il mondo in cui il grande maestro fu chiamato a dirigere le sue opere.
Il Teatro Regio di Parma conserva una ricchissima documentazione teatrale di carattere verdiano nel proprio Archivio Storico e in questa sede si tennero trionfali rappresentazioni in occasione delle Celebrazioni Verdiane del 1913 (centenario della nascita) e del 1951 (cinquantenario della morte). Non è in città però, che si svolge l’itinerario per visitare i luoghi verdiani, infatti il punto da cui parte il percorso è senza dubbio un piccolissimo centro, Roncole, frazione a 4,8 km da Busseto, in provincia di Parma. L’attuale nome del borgo è Roncole Verdi in omaggio al suo più illustre cittadino. Come risulta chiaro visitando la casa natale del compositore, custodita così come si presentava due secoli fa, la famiglia di origine di Giuseppe Verdi era di rango molto umile: Luigia Uttini, la madre, era una filatrice mentre il padre, Carlo Verdi, gestiva l’osteria adibita al piano inferiore della casa stessa. Il busto bronzeo che rappresenta il Maestro, opera dello scultore G.Cantù, venne posto nel giardino della casa nel 1913 durante i festeggiamenti in occasione del centenario della nascita. Un altro busto bronzeo dedicato a Verdi e realizzato dallo scultore Luigi Secchi, venne collocato, nella stessa occasione, nella piazza principale del paese, oggi Piazza Giuseppe Verdi.
Vicinissima alla casa sorge la Chiesa di S.Michele, dove Giuseppe Verdi venne battezzato e dove ancora si conserva il vecchio organo sul quale, da bambino, suonò le prime note. Le primissime lezioni di musica gli vennero impartite dall’ecclesiastico don Paolo Costa, nell’aula della canonica della Chiesa della Madonna dei Prati, a 2 km da Roncole.
La vera formazione musicale di Giuseppe Verdi è però legata ad un edificio di Busseto, Palazzo Barezzi, dimora del benestante droghiere Antonio Barezzi che nel salone padronale di casa propria aveva riunito la prima Società Filarmonica Bussetana già nel 1816. Accortosi delle doti precoci del giovane, figlio dell’oste di Roncole, lo aiutò a perfezionare il suo talento e finanziò per lui i tre anni di studi musicali a Milano. In seguito Giuseppe Verdi sposò la figlia del Barezzi, Margherita. La loro unione durò pochi anni, infatti sia Margherita che i figli che Verdi ebbe da lei morirono prestissimo, segnando fortemente la vita del compositore.
Palazzo Barezzi divenne nel 1979 sede dell’Associazione Amici di Verdi e dal 10 aprile 2001, anno del Centenario della morte del Maestro, la casa è sede del Museo di memorie e cimeli verdiani. Visitare i luoghi verdiani, palazzo Barezzi in particolare, permette di immergersi nell’universo più intimo del Maestro, qui si possono vedere ritratti e documenti iconografici che ripercorrono l’intera sua vita, lettere autografe, cimeli della collezione Stefanini e l’antico forte-piano viennese (precursore dell’ottocentesco pianoforte) su cui Verdi compose l’opera I Due Foscari (1844).
Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi si sposarono nella Chiesa collegiata di San Bartolomeo a Busseto, la cui originaria costruzione risale al 1400. Il vicino Oratorio della Ss. Trinità merita una visita, in quanto nell’abside si conserva il capolavoro di Vincenzo Campi SS. Trinità con le Sante Apollonia e Lucia del 1579.
Da Piazza Verdi a Busseto si accede alla Rocca Pallavicino di Busseto, dimora dei signori di Busseto nel ‘200, l’edificio divenne di pubblica proprietà a fine del ‘500 e tra il 1857 e il 1868 fu rimaneggiato in stile neomedioevale dall’architetto Pier Luigi Montecchini per trasformarlo in sede del Municipio e del Teatro Giuseppe Verdi. I medaglioni della volta del teatro furono decorati da Gioacchino Levi con le allegorie della Commedia, la Tragedia, il Melodramma, il Dramma romantico. Da questo palco diresse Toscanini nel 1913 in omaggio a Verdi nel centenario della sua nascita.
Nel 1845 Giuseppe Verdi acquistò Palazzo Orlandi a Busseto, un edificio dalle forme neoclassiche di fine ‘700, in questa sede il maestro compose importanti opere del suo repertorio, come Luisa Miller, Stiffelio, Rigoletto e Il Trovatore. Una visita al palazzo consente di vedere cimeli e arredi di fine ‘800, quando Verdi si era già liberato della dimora.
Fra i palazzi da visitare a Busseto non va dimenticata Villa Pallavicino del secondo decennio del XVI secolo, ma rimaneggiata magistralmente in stile Barocco e in seguito restaurata per volontà del Comune. L’interno ospita il Museo Civico decorato con stucchi e affreschi allegorici tardo barocchi e rococò. In queste sale si conservano alcuni autografi verdiani e la spinetta su cui Verdi imparò i primi rudimenti musicali in Santa Maria degli Angeli.
Il percorso fra i luoghi verdiani si conclude sulla strada che conduce verso Piacenza, a Villanova d’Arda dove sorge Villa Verdi, l’ultima dimora comprata dal compositore nel 1848. L’arredamento visibile oggi è quello scelto da Giuseppe Verdi in persona, il suo biliardo, il pianoforte, diversi soprammobili raccolti durante i suoi viaggi, fotografie ed oggetti personali ci parlano delle sue passioni e delle semplici ricchezze di un uomo a cui piaceva definirsi “un contadino delle Roncole”.
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