Necropoli etrusca a Tarquinia
Uno sperone di roccia delimitato da ripidi dirupi è l’attuale collocazione di Tarquinia, poco distante dall’originario sito scelto dal mitico Tarconte, fondatore della città, per erigere quella che sarebbe poi divenuta la città madre dell’Etruria, Tarchna.
A circa 150 m di altitudine, il colle di Tarquinia domina sulla pianura circostante e si colloca nella zona di maremma laziale che occupa anche parte dei territori dell’antica Tuscia, oggi provincia di Viterbo.
La storia di Tarquinia è indissolubilmente legata a quella della civiltà etrusca che vide proprio qui il sorgere di una delle prime comunità, formatesi dall’aggregazione di piccoli nuclei divenuti strutture sociali complesse, ponendo le basi per la nascita di una vera e propria città.
Se la storia dell’area di Tarquinia può andare indietro fino alla preistoria, è solo attorno ai secoli 10° e 9° a.C. che nell’area denominata “Civita” si stanziò la comunità che ha lasciato i maggiori reperti nei villaggi e soprattutto nelle Necropoli Villanoviane, oggi siti archeologici di notevole interesse e tra i più importanti d’Italia.
Raggiunto il massimo splendore tra l’8° e il 7° secolo, epoca in cui visse e regnò la dinastia dei Tarquini, la città estese i suoi domini dai Monti Cimini al Lago di Bolsena, divenendo potente centro commerciale, politico e industriale. Dopo numerose battaglie per respingere l’avanzata romana la città di Tarquinia dovette infine soccombere alla potenza di Roma nel 308 a.C.
La grande Tarquinia etrusca perse così gradualmente porzioni sempre più consistenti del proprio territorio, sino a trasformarsi in Municipium nel 90.a.C.
La storia e le vicende della civiltà etrusca restano ancora impresse nei dintorni dell’attuale centro abitato. Importanti ritrovamenti, sia in superficie che sotto il suolo, hanno riportato alla luce parti dell’antica città nell’area ora disabitata della “Civita”, un tempo nucleo centrale della città.
Divisa in due settori, l’area presenta oggi porzioni dell’agglomerato urbano più antico, con alcuni tratti della cinta muraria, case e strade a cui si aggiunge il basamento di un tempio della fine del 3°secolo a.C., detto Ara della Regina, il più grande di tutta l’Etruria.
I più belli ed estesi reperti di epoca etrusca a Viterbo sono stati rinvenuti sul colle di Monterozzi, dove ha sede la Necropoli che occupa una vasta striscia di terreno, lunga oltre 4 chilometri.
Le tombe, a camera sotterranea, vanno dal 7° al 1° secolo a.C. e danno grande testimonianza dell’arte pittorica del tempo, con affreschi di rara bellezza a ricordare la grande pittura classica antica. Di diversa forma e dimensione le tombe della Necropoli etrusca di Tarquinia sono decorate con scene di vita e di morte che danno una chiara idea delle credenze, degli usi e dei costumi delle popolazioni che abitarono la zona.
Tra le più suggestive e ricche di dettagli sono sicuramente da visitare la Tomba degli Auguri del 6° secolo a.C., che propone immagini di combattimento, la Tomba del Barone, 6°- 5° secolo a.C., con scene propiziatorie, la Tomba Cardarelli e la Tomba delle Leonesse, con scene di danza, la Tomba della Caccia e della Pesca, dei Giocolieri, dei
Leopardi, con figure di musicanti davvero suggestive, infine le Tombe dell’Orco, con divinità greche e dei Tori, con l’agguato di Achille a Troilo.
Queste solo alcune delle numerosissime tombe presenti nella Necropoli etrusca, che consentono oggi di tracciare un percorso documentato sulla pittura monumentale antica, lungo un arco di ben cinque secoli.
Per proseguire la visita della città alla scoperta dei tesori etruschi è fondamentale una tappa al Palazzo Vitelleschi, sede del Museo Nazionale Tarquiniese. Oltre che mirabile costruzione gotico rinascimentale voluta nel 15° secolo dal cardinale Giovanni Vitelleschi, l’edificio racchiude una delle maggiori raccolte di antichità etrusche, reperti di straordinario valore e bellezza.
L’ingresso conduce al magnifico cortile dal quale accedere ai diversi piani. Al piano terra sono esposte pietre funerarie decorate risalenti al 7° e 6° secolo a.C. accanto a sculture, ritratti e sarcofagi dalle preziose effigi.
Al primo piano sono di notevole interesse le suppellettili provenienti dalla necropoli arcaica, una raccolta di preziosissimi vasi dipinti greci e locali, oggetti di bronzo, una suppellettile etrusco campana e romana e soprattutto l’altorilievo con 2 cavalli appartenente ad un fregio fittile. Al secondo piano, infine, meravigliosi affreschi recuperati da alcune tombe.