San Leo e le Rocche del Montefeltro: guida alla storia della Valmarecchia
Gioiello affacciato sulla Valmarecchia a circa 30 km da Rimini, San Leo svetta a più di 500 m s.l.m., occupando il punto più alto di un’enorme masso di roccia che si getta a strapiombo sulla pianura circostante. L’unica via di accesso al bellissimo borgo è una piccola strada incisa nella roccia.
Chi risiede negli hotel Rimini e desidera scoprire le meraviglie del Montefeltro non può perdersi una visita a questa bellissima cittadina, capace di regalare monumenti splendidi ed antichi, un panorama suggestivo sulla vallata e le colline circostanti. Proprio al confine tra le province di Pesaro e Rimini, San Leo rappresenta la meta ideale per chi soggiorna negli hotel Rimini e desidera inoltrarsi nel bellissimo entroterra subito a ridosso della Costa Adriatica.
Le vicende di San Leo, anticamente Mons Feretrus, hanno inizio in epoca romana, in un periodo la cui datazione non è precisa, ma già dal III° secolo si attesta l’esistenza di una fortificazione sulla cima dello sperone di roccia. Proprio alla fine del medesimo secolo Leone, giunto dalla Dalmazia insieme al compagno Marino, saranno gli artefici della grande diffusione del cristianesimo in tutta la zona.
Leone è tradizionalmente considerato il fondatore della città e sembra si debba proprio alla sua abilità di scalpellino la costruzione del sacrario originario dedicato all’Assunzione di Maria, sul quale fu edificata la Pieve, in epoca carolingia. Conservata ancora oggi al centro del nucleo urbano medievale la Pieve fu rimaneggiata in età romanica e ad essa si accostò la Cattedrale (dopo il VII° secolo) poi consacrata a Leone divenuto Santo e successivamente riadattata in stile romanico-lombardo, con l’annessione della Torre del campanile.
Il centro storico si presenta oggi ai visitatori degli hotel Rimini come un piccolo borgo, dove sulla Piazza Dante Alighieri si affacciano la Pieve, la cattedrale e la Torre campanaria che mantengono l’aspetto delle costruzioni di epoca romanica, mentre le dimore residenziali come il Palazzo Mediceo, la residenza dei Conti Severini Nardini, il Palazzo della Rovere si presentano con rimaneggiamenti di epoca rinascimentale.
Lasciando il centro urbano e continuando a salire si raggiunge la Fortezza, il cui nucleo originario risale all’alto medioevo. L’aspetto attuale della fortezza è da imputare all’opera dell'architetto Francesco di Giorgio Martini a cui Federico da Montefeltro affidò i lavori nel 1479.
La Fortezza svolse un ruolo di notevole importanza per la zona, come baluardo difensivo in epoca rinascimentale, sino alla sua trasformazione in carcere dopo la donazione allo Stato Pontificio avvenuta nel 1630 circa.
Le carceri di San Leo sono rimaste celebri per aver ospitato dal 1791 sino alla morte nel 1795, Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come il Conte di Cagliostro, condannato dalla chiesa per eresia per le sue attività di massone, mago, alchimista e guaritore, rappresenta una delle figure più controverse ed affascinanti dell’età dei Lumi.